Storia di Enrica, muscoli, velocità e ambizioni azzurre da Vicenza con uno sguardo sul mondo
Nel 2018 il territorio est di Vicenza è una zona rugbisticamente arida. Mentre la città si conferma vivace in altre aree, quella parte non è presidiata allo stesso modo: è la cintura più orientale della città, in un confine appena sfumato con i comuni di Torri di Quartesolo, Grumolo delle Abbadesse, Camisano Vicentino, Marola, Lerino, Quinto Vicentino. Troppo lontano da Padova, logisticamente slegato rispetto al centro, dove i Rangers sono il riferimento assoluto.
Stefano Cipriani è un vicentino, è un rugbista con un curriculum lungo mezzo chilometro, è un allenatore, ed è un vulcano di energie che ad un certo punto decide di convogliare proprio lì, a Vicenza est, per seminare rugby, insegnare rugby, far innamorare del rugby le famiglie e gli studenti di quel distretto, costruendo un club tutto nuovo capace di dialogare principalmente con la scuola.
All’inizio ragazzi e ragazze, poi man mano che i numeri crescono e che gli spogliatoi restano invece sempre uguali, optando per una scelta precisa: i Rebels Vicenza Est sarebbero diventate LE Rebels Vicenza Est. Solo ragazze, ad alzare l’asticella di un progetto già ambizioso in partenza, ma destinato ad assumere un significato ed una prospettiva ulteriormente importante.
“Credo molto in questa connotazione solo al femminile, che è decisamente il nostro DNA ora e che sta facilitando la nostra capacità di reclutamento”, commenta Cipriani. “Con due soli spogliatoi disponibili ho dovuto fare una scelta, che è stata in parte istintiva ed in parte ragionata, ma che ogni giorno di più si conferma la scelta giusta”.
Under 15, Under 17 e Seniores le categorie schierate in campo, con l’Under 13 già in rampa per un prossimo lancio, in un flusso con il mondo scolastico che sta dimostrandosi felicemente efficace. “Da tempo il calcio stava muovendosi nell’ambito delle parrocchie per promuoversi tra i giovani, io ho puntato sugli studenti, convincendo professori e dirigenti della bontà del progetto e dei forti valori educativi e disciplinari che il nostro sport può sicuramente esprimere”, spiega il tecnico vicentino.
“Dati alla mano, stiamo avendo ragione, e questo spero stimoli altri a fare lo stesso ragionamento, con il giusto approccio. Sono sempre più convinto che la scuola sia il bacino più importante su cui lavorare per aumentare la base delle giocatrici e dei giocatori italiani, ma è davvero qualcosa da maneggiare con cura, avendo proposte concrete da offrire, sportive, organizzative e logistiche. Grazie al successo del nostro progetto, proprio in questi giorni ci stiamo accasando nella nuova sede di Bertesinella, cintura periferica di Vicenza Est: un nuovo campo da calcio convertito al rugby, un altro segnale importantissimo della considerazione per quello che stiamo facendo con tanto impegno”.
Tra le tante studentesse che Stefano incontra, a settembre 2020 una ha decisamente qualcosa di speciale. Si chiama Enrica Brendolin, frequenta il quinto anno presso l’Istituto Professionale “Montagna” ed è un’atleta vera, dell’atletica leggera, disciplina che pratica, che insegna, che studia per diventarne allenatrice. Lancio del martello e 400 metri piani le sue specialità: potenza, velocità e resistenza combinate assieme, la miscela perfetta per un fisico come il suo, costruito anche da tanti anni di nuoto prima che arrivasse il tartan.
“Enrica ha una struttura potente e pesante, decisamente muscolata”, conferma il tecnico vicentino. “Pesa 85 chili, è alta 175 cm ed ha 22 anni, il che significa elettricità pura nel gioco, con il valore aggiunto di provenire da sport dove sacrificio e disciplina sono la premessa a qualunque risultato. Vista in campo, ha picchi di velocità pura ed uno scatto sul breve che ne farebbero per me un primo centro strepitoso, potenzialmente devastante. Ovviamente per questo mi sono preso la mia bella rata di insulti, perché è chiaro che in ambito femminile una così non può che essere considerata come Numero 8, eppure io resto della mia idea”.
Paradossalmente, tutto questo potenziale è in attesa di verifiche vere. Causa pandemia, Enrica non ha mai fatto una partita reale, solo allenamenti: placcaggi e contatto ridotti al minimo, tanto lavoro sulla tecnica individuale e sulle skills. “Di sicuro, non ha nessuna paura dell’impatto fisico, e a dirla tutta ora come ora è più adatta al Seven che al XV, quando muove le gambe su spazi larghi non la prende nessuno”, chiosa Cipriani. “Assieme a due compagne come Anna Zamberlan ed Erica Verinelli, anche loro atlete novizie ma con grandi prospettive, condividono una sola parola d’ordine, UMILTA’. Lo dimostra come per un anno intero abbiano fatto tre allenamenti doppi a settimana: alle 18 con le Under, dalle 20 con le Seniores, e su gente così io sono pronto a scommettere”.
Parole piene di passione, con quella spruzzatina visionaria che spesso nello sport rende possibile ciò che non lo sembra. “Per me lo sport è tutto, da anni riempie la maggior parte delle mie giornate, il resto ce lo costruisco intorno”, racconta la protagonista di questa storia in salsa vicentina, Enrica Brendolin. “Sono arrivata all’atletica dopo anni molto duri di piscina, chilometri e chilometri di nuoto agonistico da Esordiente ad Assoluta che mi hanno formato tantissimo. Devo dire che con l’atletica mi annoiavo un po’, mi mancava l’adrenalina della sfida diretta all’avversario, e così quando ho incontrato il rugby tramite gli interventi di Stefano ho voluto provare perché mi affascinava il concetto di sfida esasperata, atletica e fisica. Beh, devo dire che è stato amore a prima vista”.
Ad accorgersi del potenziale sono stati anche i tecnici del Comitato Veneto, e poi quelli della Nazionale Seven, che la convocano ancor prima di vederle fare una partita vera. “Un’emozione pazzesca. So di partire da una buona base fisico-atletica, ma altrettanto so che devo migliorarmi in tutti gli aspetti del gioco, sulla tecnica, sulla lettura del gioco, e poi tanto, tantissimo lavoro sul placcaggio, finora il mio punto debole.
Quello che so è che su questo sport ho deciso di investire con tutta me stessa, ponendomi obiettivi importanti: punto a crescere rapidamente come giocatrice, a dare il massimo per il mio Club, ma il mio sogno è la maglia della Nazionale, difendere i colori dell’Italia a livello internazionale è un traguardo che mi stimola enormemente, e farlo in una squadra che è tra le migliori al mondo come la nostra Nazionale, che con la qualificazione al Mondiale mi ha gasato tantissimo, ancora di più.”.
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