Il Comitato Regionale Veneto, con immensa tristezza, si unisce al cordoglio di tutto il movimento nazionale per la scomparsa del Professor Franco Ascantini, giocatore, educatore, allenatore, studioso, divulgatore, promotore, infaticabile anima del rugby italiano.
Nato a Fragneto Monforte, in provincia di Benevento, il colpo di fulmine con la palla ovale risale agli anni del Liceo, dove comincia a praticare la disciplina innamorandosene e proseguendo poi la sua carriera di atleta nelle fila della Partenope Napoli, maglia indossata con orgoglio per 18 stagioni conquistando da pilone i due Scudetti del 1965 e 1966.
Professore di Educazione Fisica, la sua è stata una vera e propria missione di insegnamento tecnico e di divulgazione dei valori di uno sport amato sopra ogni altro, affinando in parallelo un continuo studio capace di portarlo in breve ai vertici dei quadri tecnici nazionali, al fianco di vere e proprie leggende quali Roy Bish e Pierre Villepreux.
Allenatore di svariate squadre nazionali giovanili, il suo fu soprattutto un inesauribile impegno nella formazione di Club e tecnici in tutto il Paese, con un lascito che ha consentito lo sviluppo di un settore propaganda strutturato e diffuso: alla guida di realtà quali Piacenza, Calvisano, CUS Roma, Viterbo, Arezzo, in Veneto la sua eredità rimane custodita soprattutto a San Donà, quando alla guida del club del Piave regalò anni di indimenticabili successi ed una credibilità rimasta poi un pilastro indentitario nella storia della società.
Presente in tribuna all’Olimpico in occasione del recente incontro del Sei Nazioni contro l’Inghilterra, il Professore ha assistito alla sua ultima partita proprio ieri, a Roma, poche ore prima che un infarto lo colpisse fatalmente.
“Con Ascantini il rugby italiano perde un pezzo fondamentale della sua storia più bella, un Professore con la P maiuscola, in grado di insegnare i valori più profondi del nostro sport a generazioni di giocatori, allenatori e dirigenti“, il commosso ricordo del Presidente del CR Veneto, Sandro Trevisan, suo atleta nel San Donà di metà anni ’80.
“Franco è stato per me molto più di un allenatore, un fratello, un papà, un amico, con il quale peraltro abbiamo scritto assieme le pagine più belle della storia rugbistica di San Donà. È stato una guida, autorevole, sicura, capace di trasmettere un senso di rispetto in chiunque lo incontrasse, per la sua competenza, per la sua capacità di ascolto e per la sua umanità. La sua visione sempre lucida ha consentito la crescita di centinaia di giocatori, alcuni fino ai massimi livelli, e allo stesso modo ha guidato lo sviluppo di tante società che hanno avuto la fortuna di incontrarlo: mi mancherà tantissimo, così come mancherà tantissimo a tutto il rugby veneto e italiano“.