RUGBY FEMMINILE, DOMENICA DI FESTA PER QUATTRO REGIONI A VERONA

Oltre 200 le giocatrici attese presso gli impianti del West Verona, partenza alle ore 12:00

 

Un’invasione gentile di oltre 200 atlete Under 14 è pronta ad accendere la festa del rugby femminile a Sona, ospite del West Verona.

Nell’ambito del progetto federale di promozione femminile “No Ragazze? No Rugby”, infatti, le strutture del “Quirico” faranno da scenario all’evento interregionale organizzato a quattro mani dai Comitati di Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.

Le ragazze, coordinate dai tecnici regionali e dai responsabili per lo sviluppo del rugby femminile, si sfideranno con la formula del Rugby a XIII, in un’attività che non prevede classifica e risultati ma che dopo un intenso pomeriggio di rugby giocato si concluderà con l’immancabile terzo tempo collettivo, alla presenza degli ospiti d’onore della ASD PORTATORI DI SORRISI – Rugby in Ospedale.

L’evento è il primo a calendario nella stagione 2024-2025, in una rotazione che vedrà di volta in volta le quattro regioni nel ruolo di “padroni di casa”.

Dopo la ripartenza del progetto di rugby inclusivo Abi Rugby, come Comitato Veneto siamo orgogliosi di dare il via stagionale anche a questa attività che tanto bene ha fatto l’anno scorso“, commenta il Presidente del CRV Sandro Trevisan. “L’impegno nella promozione del rugby femminile giovanile è stato e continua ad essere uno degli obiettivi più importanti per il nostro settore tecnico, ed eventi come questo, che consentono a tante ragazze di conoscersi, di crescere nel confronto e di sperimentare un livello rugistico ogni volta più alto, rappresentano un’opportunità preziosa. Ringrazio gli amici dei Comitati Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia per il lavoro condiviso, Rugby in Ospedale per la presenza e per quanto di meraviglioso fanno ogni giorno con i loro sorrisi ovali nei reparti, il West Verona per l’ospitalità, ma soprattutto le atlete in arrivo così numerose. Attraverso la loro dedizione e la loro capacità di superare quelle difficoltà che i colleghi maschi possono solo imaginare, il rugby italiano – non solo quello femminile – può guardare al futuro con fiducia, sta a noi dirigenti fare al massimo la nostra parte“.